Abbiamo recuperato un’intervista a Stefano Pallanti, associato all’università di psichiatria a Firenze e direttore dell’istituto di neuroscienze, circa gli italiani stregati dai dispositivi Apple.
È sempre più frequente vedere per mezzi pubblici qualche manager in giacca e cravatta che mostra il proprio iPhone e iPad con orgoglio allo sguardo di qualche curioso.
Questo comportamento è molto frequente tra gli uomini con un’età tra i 30 e 40 anni, così affascinati da questo mondo digitale da rischiare di diventarne dipendenti. Pallanti, che sta tra l’altro conducendo uno studio sul gaming patologico, afferma che ovviamente anche le donne risultano molto affascinate da questi dispositivi, ma riescono sempre a distinguere il mondo reale da quello del device. Diversamente succede negli uomini, che vedono in questi dispositivi il perfetto connubio tra ragione e fantasia e che costituiscono un ottimo mondo a parte, una dimensione autistica (prevalentemente maschile) in cui isolarsi, dovuta ad un’eccessiva attività della parte sinistra del cervello, deputata ai calcoli e alle decisioni ragionate.
iPhone e iPad rappresenterebbero dunque, per alcune persone, un modo perfetto per sfuggire alla realtà, un modo per sfogare la propria fantasia con l’ausilio di una macchina e dunque senza dover creare una dimensione immaginaria con il solo cervello, un comportamento molto più femminile.
Questa “ dipendenza” diventa un problema quando influisce sulle relazioni sociali esterne, rendendo questi individui asociali, cosa purtroppo nota alle loro persone intime.